Il museo degli arredi e paramenti sacri della contrada della Chiocciola, inaugurato il 25 giugno 1981, è stato il primo di questo tipo realizzato a Siena (se si esclude una sezione del museo dell’Opera del Duomo che raccoglie gli oggetti provenienti dalla cattedrale). Con spirito innovativo la Chiocciola decise di esporre tutti i suoi oggetti del culto, vere e proprie opere d’arte che testimoniano e raccontano le radici devozionali profonde che hanno da sempre caratterizzato la vita dei rioni senesi.
Il museo è stato ricavato dalla ristrutturazione di un ambiente preesistente appartenuto all’ex monastero di San Paolo adiacente all’omonima chiesa. I due edifici sono stati collegati tramite un passaggio che sfocia nel transetto del tempio. L’idea della realizzazione, appoggiata con convinzione dal Seggio della contrada, si deve all’archivista del tempo, Piero Pallassini ed il progetto della sala e del suo arredamento, allo scultore Pierluigi Olla.
Attraverso una porta che si apre sul lato destro del porticato di ingresso alla chiesa, si accede ad una prima saletta nella quale sono raccolte testimonianze che raccontano interventi edili sull’oratorio, feste religiose, culto. Da qui si passa nella sala principale del museo dove sono esposti numerosissimi oggetti accumulati nei secoli dalla contrada e per questo, spesso, corredati dal simbolo e dai colori della Chiocciola. Ricca e rilevante la serie di paramenti sacri (pianete, piviali, palle, dalmatiche veli del calice). Particolarmente preziosa è una pianeta in tessuto laminato d’oro su seta rossa, risalente alla seconda metà del XVIII secolo, che papa Pio VI lasciò a Siena durante il suo soggiorno del 1798, dopo la cacciata da Roma ad opera delle truppe napoleoniche.
Importante anche la pianeta, il cui stolone del XVI secolo è la stoffa più antica del museo, tanto da precorrere addirittura l’edificazione della chiesa della contrada. Tanti gli oggetti curiosi e singolari non più in uso che il museo conserva, come una raganella del 1661 che sostituiva il suono dei campanelli durante la settimana santa, un portachiavi in legno del 1799 decorato con i colori della contrada tra i più antichi che si conoscono, ed una cassetta per l’accatto per le anime del Purgatorio del XIX secolo. Del 1691 è la piccola campana proveniente dal primitivo oratorio al bivio di San Marco. Notevole è anche la presenza di calici, pissidi, ostensori tra i quali si segnala un prezioso calice datato 1673, donato dal sacerdote chiocciolino Camillo Coralli. Rilevante come quantità e preziosità è anche la serie di messali, candelieri, reliquiari e cartegloria, per lo più databili al periodo che va dal XVII al XIX secolo. Straordinaria è una croce in filigrana d’argento del XVII-XVIII secolo, donata alla contrada dall’ex capitano marchese Leone De Grolèe Virville, sulla base della quale è presente lo stemma dei Sansedoni, la famiglia originaria di sua moglie. Il centro della sala ospita un singolare e raro leggio in legno dorato del XVII secolo il cui soggetto iconografico sono i simboli dei quattro evangelisti e sul quale è presente lo stemma della Chiocciola. Alle pareti del corridoio che si apre sul fondo della sala, oltre ad alcuni paliotti e stendardi in seta è possibile ammirare una tela di Ventura Salimbeni firmata e datata 1610 raffigurante Santa Francesca Romana, opera che proviene dal distrutto monastero di Monte Oliveto a Porta Tufi.