La Sala delle Vittorie occupa lo spazio dalla cripta della chiesa del monastero di San Paolo, locale che la contrada acquisì nel 1974 e poi ristrutturò, inaugurandolo nel 1982 dopo averlo collegato con un’ampia scala al piano superiore della chiesa. L’ambiente, la cui costruzione risale ai primi anni del XVII secolo, costituiva in origine il sepolcreto delle monache del monastero, come racconta la pietà in stucco presente all’interno.
Dopo il restauro qui si conservano memorie contradaiole e paliesche e testimonianze relative al territorio della contrada e alla sua storia. Insieme ai drappelloni vinti dalla Chiocciola nei secoli, si trovano esposti oggetti e reperti relativi alle epoche delle vittorie, al fine di ricreare per quanto possibile l’ambiente ed il clima del tempo.
Uno degli oggetti più preziosi per la sua rarità, è il libro membranaceo che raccoglie le Costituzioni della Contrada del 1663, il più antico tra tutti quelli delle altre contrade. Una rarissima incisione del 1712 illustra i festeggiamenti per la vittoria del palio di quell’anno, con i cui proventi fu possibile realizzare la deliziosa facciata dell’oratorio al bivio tra via San Marco e via della Diana. Interessanti anche le illustrazioni di carri allegorici con i quali la Chiocciola partecipò a varie feste pubbliche, come quello realizzato in occasione dell’ingresso in città della governatrice di Siena, la principessa Violante Beatrice di Baviera nel 1717. Numerosi anche i documenti e le memorie scritte che accompagnano i palii esposti.
Il museo ospita una nutrita serie di monture di varie epoche, vecchie bandiere e i masgalani che sono stati conquistati negli anni dalla contrada. Non mancano inoltre testimonianze dell’aspetto più popolare del rione, come un’immagine in ceramica raffigurante Sant’Antonio abate che fu gettata nel pozzo di San Marco nel 1896 da un contradaiolo deluso per la mancata vittoria del palio, immagine che fu poi recuperata nel 1910. Un “ripescaggio” che sembra aver riconciliato la divinità con i contradaioli, visto che proprio l’anno dopo la chiocciola tornò a vincere il palio. Da allora in poi, i chiocciolini sono popolarmente conosciuti come gli “Affogasanti”.
A testimoniare l’attività prevalente che si svolgeva nel rione di San Marco fin dall’epoca medioevale, lo spazio museale propone una nutrita serie di oggetti in terracotta e ceramica delle più svariate tipologie, opera dei numerosi vasai che avevano i propri forni e botteghe nel territorio.