Il rione

mattonella2Attraverso l’Arco di Santa Lucia, già Porta Oria, parte della cinta muraria duecentesca, si entra nel territorio della Contrada della Chiocciola.

 

LA CHIESA DEI SANTI NICCOLO’ E LUCIA

La chiesa dei santi Niccolò e Lucia sede dell’omonima Compagnia laicale, venne ricostruita sul finire del Cinquecento su un preesistente edificio medioevale dotato anche di un piccolo ospedale. La facciata è un tipico esempio di architettura senese tardo-rinascimentale, con il grande timpano su cui sono presenti tracce di un affresco di Ventura Salimbeni. L’interno, ristrutturato nel corso del Seicento, accoglie una notevole quantità di opere pittoriche di artisti senesi. Tra queste il ciclo di affreschi di Sebastiano Folli sulla volta, tra i quali spicca al centro, il Trionfo di santa Lucia, ardita prospettiva mutuata dalla camera degli sposi del Mantegna a Mantova, la cui lezione, a distanza di un secolo e mezzo, non era stata evidentemente dimenticata. La grande tela centinata sull’altare maggiore con il martirio di Santa Lucia è di Francesco Vanni mentre l’affresco nel catino absidale è di Ventura Salimbeni. Ai lati dello stesso altare sono presenti due notevoli statue in terracotta policroma del Quattrocento, raffiguranti santa Lucia e san Nicola. La prima è attribuita a Giacomo Cozzarelli mentre la seconda è ascrivibile alla bottega di Giovanni di Stefano. Sull’altare di sinistra una Crocifissione dipinta a olio su muro, da Simondio Salimbeni, accoglie un Crocifisso ligneo policromo (completamente ridipinto) che risale al XV. Nell’altare di destra, decorato da stucchi da Giovanni Silini, si venera una piccola immagine con il volto della Madonna, copia dell’affresco (ormai distrutto) che Simone Martini realizzò per Porta Camollia. Preziosi i ricchi arredi in legno intagliato dei primi del Seicento che impreziosiscono la chiesa. La contigua cappella della Compagnia ornata da pitture di scuola senese risalenti per lo più al Seicento, conserva alcuni pregevoli oggetti di culto, come uno stendardo con san Nicola e santa Lucia degli inizi del ‘600, quattro testate di bara di Rutilio Manetti ed un reliquiario in argento con la reliquia di santa Lucia, opera del XVI secolo. Singolare e assai raro, è poi un ex voto del 1496, nel quale è raffigurato tal Girolamo di Pietro Biringucci mentre viene sottoposto a tortura durante un interrogatorio dal quale uscirà del tutto scagionato dalle accuse rivoltegli, grazie all’intercessione di san Nicola.

 

sperandie

VIA DELLE SPERANDIE, LA CHIESA DELLE TRAFISSE

A destra della facciata della chiesa, ha inizio via delle Sperandie, tra le più caratteristiche di Siena, attraversata com’è da due cavalcavia che segnano la chiesa di san Paolo e quella della Visitazione o delle Trafisse. Quest’ultima è attualmente stata data in uso al Corpo delle Guardie di P.S. e la sua presenza è documentata fin dal 1297 come monastero femminile da cui derivò il toponimo Sperandie (spera in Dio). La sua struttura attuale risale al XVII secolo e si caratterizza per il cavalcavia che ospita la cantoria del 1711, sotto al quale si apre l’ingresso. L’interno è molto ricco e armonioso, uno degli esempi più alti del barocco senese, ed è decorato da alcuni dipinti di pittori molto attivi nella Siena di allora come Alessandro Casolani e Sebastiano Folli. La tela dell’altare maggiore è opera del lucchese Antonio Franchi, mentre la volta conserva affreschi di Giuseppe Nicola Nasini. Tra i numerosi elementi barocchi si segnalano la ricchezza dei marmi e la bella cantoria con transenne intagliate e dorate, che conferiscono all’ambiente un aspetto accogliente e raffinato. Via delle Sperandie sfocia poi in un affaccio sulle mura della città, dal quale è possibile godere di un meraviglioso panorama dei dintorni di Siena, tra i quali spiccano il Monastero di sant’Eugenio, il Monte Amiata, la Montagnola senese e, più in lontananza, Montieri e le colline metallifere. La via termina in prossimità della Porta di San Marco che fa parte della quinta cinta muraria progettata nel 1326.

 

VIA SAN MARCO, L’EX MONASTERO DI SANTA MARTA

Risalendo la via, dopo pochi metri si incontra un tabernacolo con una bella Crocifissione affrescata, opera di Ventura Salimbeni, a testimonianza che l’edificio fu un tempo ospedale dei convalescenti, dipendente da quello più grande di Santa Maria della Scala. Poco più avanti, a sinistra, si trova l’imponente edificio dell’ex Monastero di Santa Marta, oggi ristrutturato per usi civili dopo essere stato, a partire dal XIX secolo, orfanotrofio. La sua origine risale però a circa il 1335 ed il suo aspetto attuale è da attribuire all’architetto Anton Maria Lari detto il Tozzo, che lo ammodernò nel 1535. L’edificio si caratterizza per il suo paramento in cotto e travertino. L’elemento più importante è il grande portale della chiesa con il suo singolare aspetto “a stringere” dal basso verso l’alto, che ne accentua lo slancio. L’interno dell’edificio, nel quale spicca un grande tabernacolo di legno dorato del XVIII secolo, ospita opere pittoriche di artisti senesi come Pietro Sorri, Sebastiano Folli e Francesco Vanni. Nel coro, oltre ad una parte di bellissimi stalli cinquecenteschi, sono conservati un pregevole presepe in terracotta di Giovanni Duprè ed interessanti affreschi trecenteschi. Analoghe pitture sono presenti anche nel chiostro.

 

IL BIVIO

Il punto di biforcazione tra le vie di San Marco e della Diana è caratterizzato dalla deliziosa facciata dell’ex oratorio della Madonna del Rosario realizzata nel 1722, a completamento della primitiva chiesa della Contrada, che era stata edificata nel 1656. L’edificio oggi è stato trasformato nella “casa del cavallo”: qui infatti trova spazio la stalla dove la Chiocciola, quando partecipa alla corsa nel Campo, custodisce il cavallo che le viene assegnato in sorte. Davanti alla bella facciata si erge un pozzo in travertino, fatto costruire dal Cardinale Francesco Petrucci nel 1522.

 

LA CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO
Proseguendo per via San Marco, poco più avanti si apre una piazzetta protetta da una cancellata in ferro, al centro della quale si trova la fontanina della Contrada, opera di Fulvio Corsini. Al di là di questa, un’elegante serliana costituisce la facciata della chiesa della Chiocciola, intitolata ai santi Pietro e Paolo. La chiesta faceva parte del monastero femminile di San Paolo, uno tra i maggiori della città. L’aspetto attuale risale al XVII secolo ed è progetto di Flaminio del Turco. L’opera d’arte più pregevole che vi si conserva, collocata sull’altare maggiore, è l’Incoronazione della Vergine di Andrea Piccinelli detto il Brescianino che la dipinse nel 1520. Sull’altare di sinistra vi è la tela con la Caduta di san Paolo di Astolfo Petrazzi, mentre i numerosi dipinti presenti sulle pareti sono di vari autori del XVII secolo. Adiacente alla chiesa si trova anche il Museo della Contrada nel quale si conservano preziosi arredi liturgici e memorie storiche. Parte importante del percorso museale è la Sala delle Vittorie ubicata nella cripta della chiesa dove sono raccolti i drappelloni vinti dalla Chiocciola.

 

L’EX CHIESA DI SAN MARCO
Al culmine della via sulla destra, si scorgono tracce dell’antica facciata dell’ex chiesa di San Marco dalla quale prese il nome tutto il rione che intorno ad essa si formò. Si tratta di resti alquanto singolari in ambito senese, caratterizzati come sono da un bel paramento romanico a conci bianco-neri da ricondurre al XII secolo. Della primitiva chiesa null’altro rimane dopo la sua sconsacrazione avvenuta nel XVIII secolo. Sul fianco destro dell’edificio è presente un bassorilievo con il leone di san Marco donato dal Comune di Venezia nel 1954 come suggello del gemellaggio fra questa città e la Contrada, al di sotto del quale una piccola lapide ricorda i legami che la chiesetta ebbe in passato con il Monastero di Sant’Eugenio a Costafabbri.

 

PALAZZO POLLINI

In angolo tra il Piano dei Mantellini e la ripida salita di San Quirico, si erge il grandioso Palazzo del Vescovo, più noto come Palazzo Pollini ed oggi Neri, ritenuto tra le più belle opere di Baldassarre Peruzzi al cui interno, sulla volta di tre sale, vi sono affreschi della scuola del Riccio.

 

LA CHIESA DI SANT’ANSANO

Adiacente al palazzo Pollini, troviamo la chiesa detta delle Carceri di Sant’Ansano. Tradizione vuole che nel IV secolo, nella torre annessa alla chiesa sia stato imprigionato Ansano prima di subire il martirio. Da notare però che la torre è una costruzione duecentesca, mentre la chiesetta è del 1441. Sotto la tettoia sulla facciata è presente un affresco del Rustichino, che è anche l’autore della tela ubicata sull’altare maggiore. Alle pareti alcuni resti di affreschi della metà del Quattrocento.

 

LA CHIESA DEI SANTI QUIRICO E GIULITTA

Proseguendo verso il limite del territorio della Chiocciola, si trova la chiesa dei Santi Quirico e Giulitta. L’edificio, uno dei più antichi di Siena, sembra sia stato eretto su di un tempio pagano, motivo che giustificherebbe la sua intitolazione ai due martiri romani. Qui aveva sede la compagnia militare di San Quirico che insieme alle altre di San Marco e di Monastero, avrebbe costituito poi il tessuto della Contrada. La struttura attuale dell’edificio è della fine del Cinquecento come risulta evidente dalla facciata in cotto abbellita da piccolo porticato. L’interno ha numerosi dipinti del Seicento senese e custodisce numerose opere di autori che vanno da Pietro Sorri, Stefano Volpi, Alessandro Casolani, Ventura Salimbeni e Francesco Vanni.