La fine del XIX secolo per quanto riguarda il palio, aveva riservato amare sorprese alla Contrada della Chiocciola. La vittoria tardava ad arrivare: l’ultimo successo era del 2 luglio 1888 con il fantino Tabarre e il cavallo Gemma. Da allora era cominciato un lungo periodo di digiuno caratterizzato da carriere clamorose da cui la Chiocciola, pur partecipando attivamente, usciva sempre sconfitta. Nel frattempo, la rivale era riuscita a cogliere in pochi anni ben tre vittorie (1889-1891-1895). Il palio di luglio del 1896 vide nuovamente la Chiocciola protagonista: partita prima, rimase in testa fino al terzo giro al Casato dove fu clamorosamente superata dalla Contrada della Torre. Il rione di San Marco visse un momento di grande disperazione per l’ennesima grande occasione perduta.
Un contradaiolo in particolare, si distinse per il modo singolare di manifestare la sua rabbia e il suo dolore. Francesco Dominici, detto “Cecco” (questo era il nome del giovane ragazzo), entrò furibondo nella stalla, prese la ceramica raffigurante Sant’Antonio abate, protettore degli animali, e la gettò nel pozzo di San Marco, come se il santo fosse responsabile della sfortuna della Contrada. Le ragioni di quel gesto vengono spiegate in maniera diversa ma in molti ritengono che ci fosse stato uno “scambio di santi” e il buon Sant’Antonio abate fosse stato punito al posto di Sant’Antonio da Padova, protettore della nostra avversaria.
In ogni caso l’atto sacrilego non fu assolutamente risolutivo: la Chiocciola, come fosse colpita da un sortilegio, proseguì il suo periodo nero fino agli inizi del 1900. Nell’inverno del 1910, un gruppo di donne intraprendenti della Contrada, promossero una sottoscrizione straordinaria per prosciugare il pozzo e recuperare l’effige di Sant’Antonio. Nonostante una forte compromissione dovuta all’azione dell’acqua (immersa nella quale l’immagine era rimasta per ben 14 anni), la ceramica fu restaurata e furono organizzate funzioni religiose riparatrici e preghiere per chiedere perdono del sacrilegio commesso. Nel palio del 2 luglio 1911, la Chiocciola fu nuovamente protagonista: Alfonso Menichetti detto Nappa, guidò una strepitosa Stella prima per tre giri e finalmente fu prima anche al bandierino nonostante che la contrada della Tartuca avesse fatto di tutto per ostacolare la corsa del cavallino della Chiocciola. Si racconta anche che un noto Tartuchino, tale Alfredo Carmignani detto “Piaccina”, fece correre il suo cane sul tufo per interrompere la cavalcata trionfante di Stella. Tutto inutile. Questo episodio ha portato in dote alla Contrada della Chiocciola il soprannome di “Affogasanti”, che poi è diventato anche il nome del giornalino di contrada.